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Aarre Laatikko

Proposta per il nuovo museo per la collezione Sara Hildén

vito distante + alessandro ghizzani, fiamma leoncini e francesco martella _ design
concorso _ status
Tampere, Finlandia _ luogo
Varma Assicurazioni | Fondazione Sara Hildén | città di Tampere _ cliente
2020 _ anno
fiamma leoncini e francesco martella _ rendering

L’edificio per il nuovo museo della collezione Sara Hildén si inserisce nel contesto dell’ex fabbrica Finlayson con la volontà di risultare una presenza familiare pur denunciando il fatto di essere l’ultimo tassello della storia urbanistica del quartiere.
Il museo si compone di due parti principali: un podio rivestito di mattoni grigi che lo àncora al suolo ma allo stesso tempo lo rende permeabile alla città, ed il volume sovrastante altèro con il suo rivestimento in pannelli metallici, che cela i tesori dell’arte contemporanea della collezione.
Questa sovrapposizione, enfatizzata dallo sfalsamento dei volumi e dall’effetto di annullamento della gravità in corrispondenza dell’ingresso, rispecchia la volontà di mettere in mostra lo scrigno espositivo mantenendo al contempo un linguaggio espressivo semplice ed una sobrietà delle linee architettoniche.
Il volume del basamento, che racchiude sia le funzioni pubbliche che le funzioni tecniche legate alla gestione del complesso, ha due soluzioni di continuità che individuano chiaramente due ingressi.
Quello ad ovest è di servizio ed ha la funzione di carico e scarico delle opere d’arte essendo in connessione con gli ambienti di conservazione e studio. Il magazzino è situato nell’interrato per motivi di sicurezza e indipendenza rispetto alle altre funzioni tecniche con maggior traffico di persone.
Su Finlayson street, invece, il podio di mattoni si pone come meta finale del percorso pedonale che, dal vecchio ingresso alla fabbrica, attraversa il quartiere diventato una fabbrica di arte: una piccola piazza parzialmente coperta, luogo di sosta e di socializzazione, introduce al foyer anticipato da un portale metallico dorato.
Una volta varcata questa soglia il visitatore si trova in uno spazio centrifugo che mette in connessione tutti gli ambienti principali e trova il suo centro di gravità nel doppio volume che ha come fuoco prospettico la scala elicoidale che enfatizza la dimensione verticale.
Il foyer si sviluppa lungo due assi principali ortogonali fra loro: il primo attraversa il doppio volume e conduce ai collegamenti verticali e quindi alle sale espositive, mentre il secondo ha come sfondo il parco Wilhelm von Nottbeckin e serve principalmente la sala multifunzionale. In questo modo le funzioni destinate ai visitatori (workshop, caffè, sala polifunzionale) restano distinte pur facendo parte di un sistema fluido che le mette in connessione fra loro e con l’atrio a doppia altezza. La connessione e la permeabilità tra le funzioni sono evidenziate anche dalle aperture a pannelli scorrevoli che configurano lo spazio a seconda delle esigenze. Il caffè e la sala polifunzionale sono concepiti anche per funzionare in autonomia rispetto al museo.
Percorrendo la scala elicoidale si hanno scorci diversi sul quartiere attraverso le grandi finestre che, interrompendo il rivestimento metallico del volume superiore, illuminano il foyer. Guardare la vita che scorre mentre ci si avvicina alle opere d’arte esposte ricorda quanto questa istituzione sia legata alla città di Tampere e quanto l’arte sia inscindibile dalla vita.
I piani dell’esposizione sono organizzati secondo una griglia regolare di sale rettangolari con un percorso circolare che inizia e finisce nella lobby della scala e dell’ascensore.
Le sale espositive hanno un pavimento in parquet, in continuità con il foyer, e pareti bianche che non distraggono dalle opere esposte. I soffitti, invece, hanno una teoria di travetti che servono per l’illuminazione artificiale e per il condizionamento d’aria. Tra i travetti una lastra di vetro opaco retroilluminato contribuisce ad illuminare e caratterizzare le sale.
Ad ogni piano il percorso è interrotto da un momento di sosta, l’unica zona illuminata con luce naturale, che permette di godere della vista del parco von Nottbeckin, del Finlayson Palace, delle rapide del Tammerkoski e del lago Näsijärvi.
La collezione è organizzata su tre piani in ognuno dei quali sono presenti delle sale con allestimento flessibile grazie a pareti mobili e pivotanti che ampliano o chiudono lo spazio.
Per posizionare l’edificio nel lotto è stato necessario rimuovere gli alberi lungo Finlayson street ma sono stati riposizionati sulla parte opposta della strada, vicino all’uscita dei parcheggi sotterranei.
Il piccolo volume dell’uscita dei parcheggi chiude lo slargo nella parte meridionale del lotto e continua il fronte strada dell’ex quartier generale della fabbrica. Il linguaggio architettonico, invece, si lega al nuovo museo facendolo risultare un piccolo parallelepipedo in mattoni grigi con due portali dorati a segnarne la presenza.
Le parti pavimentate sono in pavé di granito Kuru Grey finlandese e, sia a ridosso del museo che dell’uscita dei parcheggi, sono ritagliate da grandi aiuole che tengono i fili dei nuovi edifici e sono piantate ad arbusti di sorbo (rowan). L’aiuola davanti all’ingresso del museo e del caffè integra, nel disegno dei cordoli, due sedute composte da semplici blocchi di granito.
I pavimenti degli spazi pubblici del museo sono in legno mentre quelli degli spazi tecnici e del magazzino sono in cemento per avere una minore usura.
I materiali del progetto si legano alla tradizione della città e al carattere industriale del quartiere pur reinterpretandoli: il corpo basso ha rivestimento di mattoni grigi che poggiano su una solida zoccolatura di granito grigio Kuru mentre, il corpo alto delle sale espositive è rivestito di ferro naturale con disegno a pannelli rettangolari su tre ordini con coronamento. Il passo dei pannelli diventa più fitto man mano che si sale e, il ritmo delle linee verticali, richiama il ritmo serrato delle aperture degli edifici circostanti e neo-gotici.